Design - 03 Maggio 2021
La pietra di Rapolano nella storia dell’arte
Nell’antichità le città venivano sempre costruite con i materiali locali.
Solo nei palazzi e negli edifici simbolo di potere, talvolta si utilizzavano materiali che venivano da lontano.
L’architettura è sempre stata la manifestazione tangibile del potere e della forza del suo proprietario. Solo chi voleva, e poteva, mostrarsi sopra agli altri, decideva di investire fortune per importare materiali da costruzione per i propri edifici, per meravigliare e per segnare le differenze, fin dai luoghi che lui abitava. Ma il modo naturale, e più ovvio, di costruire era attraverso l’uso di ciò che era più comodamente reperibile.
Così le città e le abitazioni che disseminavano le campagne erano quanto di più perfetto e meravigliosamente inserito nel paesaggio, essendo esse stesse parte integrante di quel paesaggio: in aree dove le rocce e i sassi delle montagne erano grigie, sorgevano edifici grigi, dove la terra era rossa e quindi anche i sassi lo erano, o comunque in tono, gli edifici erano di quei colori.
Era l’inserimento più perfetto e capace di rendere ogni luogo unico e carico di identità, luogo in cui la creatività dell’uomo, la sua capacità di generare forme e cultura espressiva, trovava la sua sintesi perfetta nell’uso dei materiali e dei colori dell’ambiente circostante.
Quindi Viterbo è di Peperino, Roma è di Travertino, Firenze di Pietra Forte, Siena di Pietra di Rapolano (e cotto); questi e mille altri luoghi del mondo sono meravigliosi proprio perchè sono unici, grazie al genio e alla cultura che li ha creati, ma anche grazie ai materiali e ai colori che li caratterizzano.
Siena, come accennato, non si differenzia.
E’ una città ricca di storia e di tradizione, dove grandi artisti, noti alla storia dell’arte, ma anche del tutto anonimi (ma non per questo meno geniali!) durante i secoli hanno costruito, pezzo dopo pezzo, una città che è un opera d’arte totale.
Le cave di Rapolano, situate a circa 30 chilometri da Siena, sono le cave di pietra da costruzione più vicine.
30 chilometri, in mancanza di camion, sono comunque molti!
L’uomo ha scoperto che cuocendo il fango, questo assumeva caratteristiche di stabilità e resistenza incredibili, diventando una pietra artificiale vera e propria.
Ma anche in questo caso, la terra di Siena non è uguale a quella di Firenze o di Sicilia, e cuocendo, pur cambiando colore, rimane sempre un qualcosa di profondamente locale, unico e perfettamente inserito nel contesto.
Quindi a Siena due erano i materiali da costruzione: il cotto e la pietra di Rapolano, il primo usato sempre, il secondo per enfatizzare e rendere ancora più prestigioso un edificio o parte di esso. Dall’accostamento di questi due materiali, generati dalla stessa terra, nascono le meraviglie senesi.
I colori della pietra sono quelli che ancora oggi si estraggono dalle nostre cave, che vanno dal bianco della Torre del Mangia, l’attuale PDR 031, al beige chiaro utilizzato in numerosi chiostri e decori, l’attuale PDR 006, ai colori più scuri e venati, più tipici del travertino toscano, che si trovavano in molti edifici gotici di Siena e più che altro nell’edificio di quella che probabilmente è la sede di una banca più antica del mondo, la sede del Monte dei Paschi, nelle due varianti attuali più chiara PDR 013 e più scura PDR 008.
È chiaro come simbolicamente e fisicamente la Pietra di Rapolano, il travertino degli Etruschi, è una risorsa irrinunciabile per Siena.